Impulsi Religiosi nella Sicilia Orientale

Per un paese siciliano, più che per una città, l’attesa della festa è vissuta in uno stato di trepidazione.
La comunità si prepara all’organizzazione dell’evento con una cura tale che è come se ognuno avesse la festa in casa propria.
Il giorno della festa l’eccitazione è al culmine.
I fedeli si presentano in chiesa in file interminabili.
Essi provengono da tutti i paesi vicini e portano con loro oggetti simbolici o segni particolari del santo celebrato.
Il momento più atteso è “la sciuta”, l’uscita del santo che si erge dalla “vara” trasportato dai rappresentanti delle confraternite.
In un attimo in cielo risuonano i boati delle “bumme”, una pioggia fitta di coriandoli oscura la piazza e porta l’osservatore in uno stato di smarrimento.
Iniziano le invocazioni al patrono e le urla rimbombano nelle strade strette del borgo.
Parte il feretro e la gente si precipita avanti per aspettarne l’arrivo nei luoghi più caratteristici del paese.
La gente offre soldi e doni, le giovani madri porgono i neonati alla benedizione del santo.
La processione procede lentamente e i portatori, ogni tanto, si prendono una pausa di riposo.
Dopo qualche ora c’è il ritorno in chiesa, sotto un caldo asfissiante, i portatori, stremati, salgono pesantemente le scale della chiesa.
Finisce la festa ed in ogni casa una copiosa abbuffata aspetta tutti quanti.
Questo è un esempio di una festa religiosa in Sicilia, l’evento più importante per ogni comunità.
L’occasione in cui si ritrovano le famiglie, si riappacificano i litiganti, si stringono amicizie e si annunciano matrimoni.
In un breve periodo, un forestiero può avere una decente risposta alla domanda: <<Che cosè  la  sicilianità?>>.